Ogni cosa segue un ritmo, il nostro Cosmo è impregnato di ritmo.
La rotazione della terra su se stessa e il suo volo orbitale attorno al sole regalano l’alternanza del giorno e della notte, cosi come quella delle stagioni. Questi ritmi non sono stabiliti a caso; derivano dalla intima struttura della materia e dell’universo.
Il ritmo è una proprietà fondamentale del cosmo. Nel corso dell’evoluzione, qualsiasi vita terrestre, sia essa vegetale, animale o umana, è stata modellata da questi ritmi. L’organismo umano è assai sensibile al ritmo, ne è compenetrato.
Tra questi ritmi quelli più evidenti e più importanti sono quelli del cuore e della respirazione, che cooperano tra di loro insieme a tutto l’organismo.
L’euritmia significa salute, mentre la sua discordanza sfocia nella malattia. La medicina ci dice che: Ci sono dei casi, è non sono rari, in cui la morte non può essere spiegata ed è la rottura della euritmia sincronizzata.
Il ritmo influenza fortemente la nostra coscienza. Il ritmo è presente in ogni cosa, sia dentro di noi che fuori di noi. Il ritmo visibile e vivente, influenza l’emotività, agisce sullo stato mentale. Il ritmo visibile lo vediamo su come mangiamo, il ritmo è nel lavoro, nella musica etc. Il ritmo influenza l’essere umano su tutti i piani.
Per ogni attività che svolgiamo applichiamo la respirazione adeguata. Quando corriamo sicuramente la nostra respirazione è diversa da quando siamo seduti in poltrona, cosi come il ritmo del nostro respiro durante la veglia è diverso rispetto a quando dormiamo. L’uomo in collera respira diversamente dall’astioso, la respirazione di un uomo felice e sereno differisce da quella del nevrotico.
Pranayama
Gli Yogi hanno compreso l’importanza della euritmia prima che lo rilevasse la medicina tradizionale, per questo motivo il primo obbiettivo degli yogi fu quello di applicare tecniche di respirazione ritmate, stabilendo questa sincronizzazione con i battiti del cuore. A uno yogi basta osservare come una persona respira per conoscere il suo stato di salute fisico e psichico.
I Rishi hanno studiato le modalità del respiro: lunghezza, ritmo, durata, ampiezza, centro di gravità, etc. Inoltre hanno osservato come più il mentale è assorbito, concentrato, più il respiro è corto; nello stato di Samadhi, diviene impercettibile. Per arrivare allo stato di concentrazione massimale, bisogna divenire coscienti del proprio respiro e ridurne progressivamente la lunghezza.